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Il Ghetto.

Nella storia del popolo ebraico il Ghetto è sicuramente una parte lunga e fondamentale, durata per più di cinquecento anni. 

Ma è anche la parola che, partendo proprio dal passato ebraico, definisce ogni forma, materiale ma anche mentale, di segregazione. 

Il ghetto è in effetti la creazione di chi non crede nelle parole simbolo della Rivoluzione Francese: libertà, fraternità, eguaglianza. Di chi non crede che gli uomini siano tutti uguali, che vadano considerati fratelli e che abbiano tutti lo stesso diritto alla libertà.

Nello specifico il termine "Ghetto" deriva da un quartiere situato a Venezia a partire dal quattordicesimo secolo. 

Prima che venisse destinato a parte della città riservata ai soli ebrei era una fonderia di rame: in veneziano "geto" (o getto di metallo fuso) era il nome con il quale si indicava proprio la fonderia dei metalli. E fu proprio in una zona di Venezia presso cui esisteva un'antica fonderia in disuso che venne istituito il primo ghetto o "geto" in assoluto. 

Nel 1516 il governo della Serenissima stabilì poi che il Ghetto Novo sarebbe diventato la sede della comunità ebraica che all'epoca comprendeva ebrei di origine tedesca, francese e italiana. 

Successivamente, nel 1591, il quartiere ebraico venne ampliato con l'aggiunta del Ghetto Vecchio (la zona della vecchia fonderia) per accogliere anche gli ebrei di origine turca, greca, spagnola e portoghese. 

Infine nel 1633 venne aggiunto il Ghetto Novissimo in quanto l'aumento della popolazione nel quartiere ebraico stava raggiungendo numeri considerevoli. 

Il Ghetto di Venezia restava aperto di giorno e chiuso durante la notte e come tale è esistito dal 1516 fino al 1797 quando fu aperto con la caduta della Serenissima. 

Oggi il ghetto è una zona residenziale di Venezia e, grazie al Museo Ebraico, è possibile visitare le sinagoghe e gli altri spazi che raccontano la storia della Comunità ebraica veneziana.

Nel Medioevo, invece, per la popolazione ebraica non c'era l'obbligo di permanere nel ghetto e preferibilmente vivevano in quartieri chiamati Giudecca. 

La differenza tra Giudecca e Ghetto era che la prima era una residenza preferenziale, legata alla salvaguardia culturale ed a motivi di sicurezza, il secondo invece era un domicilio obbligato.

In vari luoghi, inoltre, come ad esempio a Forlì, gli ebrei potevano anche possedere terreni e fabbricati; successivamente, con l'inizio del Cinquecento, la possibilità fu ristretta ai soli fabbricati. 

Quindi solo in un secondo momento il Ghetto andò a indicare un quartiere povero.

Nel 1555 Papa Paolo IV creò il Ghetto di Roma ed emise la bolla "Cum nimis absurdum", che imponeva agli ebrei di vivere in un'area specifica e prevedeva una serie di restrizioni particolari, che sarebbero poi rimaste in vigore per secoli.
Papa Pio V raccomandò che tutti gli stati confinanti istituissero dei Ghetti e, nel corso del sedicesimo e diciottesimo secolo, tutte le città principali ne avevano uno, con veramente poche eccezioni.

Nello specifico nell'Europa Centrale del Medioevo i Ghetti erano presenti a Praga, a Francoforte sul Meno, a Magonza e altrove. Non ci furono, invece, mai Ghetti in Polonia, né in Lituania.

I Ghetti vennero poi progressivamente aboliti e le loro mura furono demolite nel diciannovesimo secolo, seguendo gli ideali della Rivoluzione francese. Quello di Roma fu l'ultimo Ghetto a venire abolito in Europa Occidentale, nel 1870.

Una tendenza diffusa, soprattutto negli Stati Uniti a partire dagli anni novanta, è quella della ghettizzazione di lusso: si tratta di quartieri dove si riuniscono e si "segregano" le parti più ricche della popolazione, imprigionate in una cultura, economia, politica con sempre minori agganci con l'esterno, rendendo in questo modo il resto della città ininfluente e creando all'interno del ghetto una propria gerarchizzazione.

I Ghetti hanno subito quindi molte variazioni con il passare del tempo. In alcuni casi, il Ghetto era considerato un quartiere ebraico con una popolazione relativamente benestante. In altri e numerosi casi i Ghetti significavano impoverimento.

Durante il lungo periodo di ghettizzazione ebraica spesso gli ebrei non potevano acquisire terreni al di fuori del Ghetto, e a volte nemmeno in quello. 

Dovendo in ogni caso vivere confinati, durante i periodi di crescita della popolazione le case, spesso ormai piene, dovevano essere rialzate sempre di più. I Ghetti avevano quindi strade strette e case alte e affollate. 

Ma la cosa sicuramente più assurda era il recinto che circondava il ghetto: veniva chiuso durante la notte e poteva essere riaperto solo all'alba. 

Durante le ore buie gli ebrei non potevano per nessun motivo allontanarsi dal Ghetto e spessissimo i residenti necessitavano addirittura di un visto per poter uscire dai limiti del Ghetto anche durante il giorno.

I residenti del Ghetto avevano, inoltre, il loro sistema giudiziario indipendente, come se si trattasse di una vera e propria piccola città nella città.

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